RISORGIMENTO - GARIBALDI - CALABRIA
Rarissima lettera interamente manoscritta e viaggiata indirizzata a Peppino Di Napoli di Nicastro.
La bellissima lettera, scritta dal cognato del Di Napoli e certamente un comandante dei combattenti calabresi, è una vera e propria cronaca che testimonia in prima persona il passaggio dell’Eroe dei Due Mondi dalla Calabria verso Roma.
Lo scrivente narra della sconfitta dell’esercito napoletano composto da ben 12.000 uomini che capitolò a Rogliano e fu costretto alla resa “lasciando al nostro Garibaldi armi e bagagli”; narra poi di essere stato per molte ore in compagnia dell’Eroe e del suo drappello, composto da “uomini comuni appartenenti alle prime famiglie italiane” e di come questo incontro gli abbia procurato una tale emozione che definisce “ippocondria” che fatica tuttora a svanire. Riferisce che Garibaldi ed i suoi soldati si mostrarono particolarmente contenti del “valore calabrese” e che i combattenti calabresi risultavano essere “il fiore italiano”.
Riferisce inoltre di un fatto d’armi molto importante: l’esercito napoletano era stato sconfitto sotto Filadelfia da un manipolo di 100 uomini Nazionali, di cui ne morirono 7. Per un falso ordine di Garibaldi recapitato al Sig. Stocco e a Donato Morelli (che da lì a poco sarebbe stato nominato da Garibaldi in persona Governatore della Calabria Citeriore), l’esercito fu costretto ad una ritirata a marcia forzata che lo vide transitare da Maida.
Riferisce poi di aver incontrato e conosciuto il Gen. Sirtori e fornisce all’interlocutore una serie di informazioni sui parenti comuni che stanno combattendo e che hanno seguito il Generale Garibaldi, di cui sentiranno ancora narrare le gesta ma che certamente non rivedranno più.
Da Polia, 1 Settembre 1860.
La lettera è rifilata in testa con una lieve perdita di testa che non ne compromette comunque la comprensione ed è mancante di un tassello rettangolare al verso dove non era comunque presente alcuna scritta.Si segnala un piccolo restauro conservativo nella parte centrale del primo foglio; sono presenti il sigillo in ceralacca nera ed il timbro postale di Nicastro, con data 5 settembre 1860.
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